FAMIGLIA GINELLA

Stemma: diviso in tre parti con terzo a fasce, in argento e rosso, parte centrale con leone passante in rosso su campo in argento, in alto, aquila spiegata su campo in oro.

Famiglia di Stabio, citata già nell’anno 927. Ariberto “dictus Ginel” arimanno dei conti del Seprio possedeva un terreno “in logo Gaggiolum sito il comitati Sapriensis”.
Nel 1936 la camera ducale di Milano confermava alla famiglia Ginella i fondi di Gaggiolo e altri beni.
Nel 1624 in occasione della rettifica del confine tra Svizzera e il ducato di Milano, sorse una controversia poiché la comunità di Stabio chiedeva che i boschi di proprietà Ginella fossero inclusi nel territorio soggetto alla dominazione dei XII cantoni. La disputa ebbe esito negativo e i terreni rimasero fuori dalla Svizzera.

1117-1127    Ser Branda de Ginelis era castellano per conto dei Comaschi della Rocca di Stabio nella Guerra tra Como e Milano. Nel 1119 sostenne vittoriosamente un assalto delle milizie milanesi. Nel 1126 i Milanesi s’impadronirono della Rocca e il Ginella fu fatto prigioniero e tradotto a Milano dove venne giustiziato quale ostaggio il 27 settembre 1127.
…-1277    Carolus Ginellis Luogotenente di Napo Torriani signore di Milano, cade combattendo nella battaglia di Desio.
…-1313    Don Benedistus Ginellis Canonico diacono del Duomo di Milano.  Nel 1312 legava 100 scudi della Rosa all’Ospedale di San Giovanni di Como.
Gian Domenico “Ginela” Dottoreni ambo le leggi-Decirione del Comune di Como, procuratore del Municipio. Nel 1396 fa parte del consiglio dei Sapienti, incaricato della revisione degli Statuti di Como.

Magister Bernardo del “Ginela” da Stabio scultore, opera nel Duomo di Milano. Nel 1421 è incaricato dal Consiglio di Fabbrica del Duomo di acquistare i marmi a Serravezza (Liguria).
Don Johannes de Ginellis canonico di sant’Abbondio in Como. Nel 1456 il Papa, con “Motu proprio” lo nomina Grande Inquisitore della Fede per la Diocesi di Como. Nel 1462 è trasferito, sempre come inquisitore, negli stati Veneti. Morì a Roma nel 1472.

Magistro Domenico Ginella di Stabio, ebanista, nel 1484 apre bottega da ebanista in Roma e nel 1487 opera alla fabbrica di San Pietro.

Francesco, Giacomo e Antonio Ginella nel 1515 ottengono dal Cap. Gödli, governatore di Lugano e Mendrisio per conto dei Confederati, il diritto di disporre del “Castello di Stabio” per i “servizi prestati”, probabilmente durante la ritirata dopo la sconfitta di Marignano.
Francesco Ginella nel 1521 vende i suoi beni a Rodero e costruisce una nuova casa a Stabio.
Don Carlo Ginella, canonico del Duomo di Como, nel 1544 predica la Quaresima nel Duomo di Milano. Pubblicò diverse opere di teologia. Sospettato di eresia, dovette fare atto di sottomissione al Grande Inquisitore di Lombardia nel 1549.
Ludovico Ginella pubblico notaio in Mendrisio nel 1562, Procuratore della comunità di Mendrisio e Balerna. Delegato da detta Comunità alla Dieta Federale onde ottenere la conferma di antichi privilegi.
Ser Antonius dei Ginelis nel 1588 è luogotenente del Landfogto di Mendrisio e Balerna.
Bartolomeo Ginella nel 1799 è uno dei capi del partito rivoluzionario ma anti-cisalpino che alla testa dei paesani di Stabio, Rancate e Ligornetto, occupano Mendrisio.
La famiglia Ginella nella seconda metà del 1800 sviluppò i Bagni Ginella era pure proprietaria di una importante fabbrica di falegnameria. Suoi membri assunsero cariche importanti nell’amministrazione comunale e cantonale. Ebbe parte impoirtante nella vicenda dei Fatti di Stabio nel 1876.
Emilio Ginella venne eletto presidente del Patriziato di Stabio nel 1881.

Giuseppe Martinola cita ancora:
Michele Gianella (poi Ginella) q. Pietro detto “il Papa” di Stabio.
Mortara 1764, Antonio di Stabio: Piemonte 1705. Pioetro q. Michele e Francesco q. Carlo di Stabio: Mortara 1793.